Nando Scarpello allenatore in Qatar
Nando Scarpello, Allenatore dei portieri, è stato ingaggiato in Qatar dove allenerà i portieri della prima squadra dell’ Al Sadd di Doha.
Nando, da giovane calciatore palermitano ad allenatore di una delle maggiori squadre del mondo arabo. Com’è andata?
Direi che ho intrapreso questa carriere per caso. Ho iniziato in varie società giovanili palermitane. Giocavo dapprima come giocatore di movimento poi in porta. Il ruolo di portiere mi ha sempre affascinato. Nel 1993 un Allenatore mi voleva nella squadra dell’Amat. Mi chiese di far parte della squadra e li cominciai ad allenare i portieri. Sviluppai degli esercizi specifici. La cosa mi prese e, continuai su quella strada. Chiesi ad un amico Allenatore, Massimiliano Cascina, di potermi allenare con lui nella sua squadretta “Giovanissimi” del Don Orione. Così feci alcune esperienze siciliane, tra le quali il Tommaso Natale, il Marsala,poi il Trapani e anche la collaborazione con il Comitato Sicilia della FIGC.
Come sei finito in Qatar?
Venni contattato per caso. Si potrebbe dire che fu all’improvviso. Ho fatto delle prove allenamento in campo, c’è stato un colloquio, dopo una settimana era formalizzata l’offerta di lavoro. Era il 2006, sono rimasto fino al 2011. Ero responsabile dell’area tecnica portieri e facevo scouting. Siamo andati in giro in Oriente, in Africa, in Europa. Abbiamo girato tantissimo. Viaggiato tantissimo. Ho conosciuto nuove culture, mi sono confrontato con altri Paesi.
E che cosa hai imparato da tutto ciò?
Beh intanto che è normale in tutti pensare di essere i più forti i più bravi. Ma la cosa più bella di queste esperienze è che mi hanno regalato una mentalità aperta ad altri modi di vedere imparando dagli altri. E poi l’aver imparato le lingue, l’inglese, lo spagnolo. A Barcellona ho tenuto un discorso in spagnolo davanti a centinaia di persone. Fare un discorso in una lingua che non è la tua davanti a tanta gente, credo che non sia una cosa da poco. Mi ha riempito di orgoglio. Adesso proverò ad imparare il francese.
Ti sarai confrontato anche con tanti altri professionisti.
Sì certo. Ho avuto la fortuna e la possibilità di conoscere tanti professionisti di livello internazionale. Con la Juventus ho lavorato come allenatore della Primavera, vicino a professionisti come Filippi, Allenatore dei portieri della prima squadra, con il quale ho avuto un importante confronto tecnico metodologico. Esperienza fondamentale, che mi ha arricchito tantissimo.
Adesso di nuovo in Qatar.
Sì, quest’anno nell’Al Sadd gioca l’ex calciatore del Barcellona Xavi. Una leggenda del calcio mondiale. Grande persona però anche dal punto di vista umano.
Obiettivi?
Quest’anno ci sono obiettivi da centrare. Bisogna fare bene il campionato, c’è la champions asiatica ed altre competizioni importanti.
Parlaci della tua vita da italiano, di palermitano, in una città come Doha.
Oggi ci sono diversi italiani a Doha. Quando sono venuto nel 2006 registrati in Ambasciata erano 400 ora sono più di 1000. Doha è una città moderna, quindi non è paragonabile con la struttura antica delle nostre città. Si vive bene, la città è sicura i servizi efficienti, si percepisce la ricchezza. Ci sono ottime scuole internazionali che rappresentano il top, mettendo a disposizioni ottimi insegnanti provenienti da tutto il mondo. Gli stranieri qui sono tantissimi. Nel campo del calcio poi c’è molto fermento, perché qui si svolgeranno i Mondiali del 2022 per i quali si fanno già i preparativi. Tra pochi giorni ci saranno gli incontri con il Bayern Monaco, il Paris Saint Germain, l’Inter, insomma tra i i club più al top, anche questi.
Una città vivibile quindi.
Certo. Basta accettare le regole del posto.
Quali?
Ad esempio non è possibile cenare in un locale consumando bevande alcoliche. Per quelle si può andare solo negli alberghi internazionali. Cose che noi occidentali diamo per scontate. In ogni caso per me non è un problema. Credo che si debbano rispettare sempre le altre culture. E’ un principio che applico anche nel mio lavoro. Entro nella psicologia dell’altro, ma soprattutto capisco il modi di fare di chi mi sta di fronte, e il mio metodo consiste non nell’imporre la mia cultura, ma nel farmi accettare. Dopo il confronto con l’altro l’obiettivo è il calcio, con professionalità e spirito di sacrificio. Con la consapevolezza necessaria per dare il meglio.
Come mai non hai mai lavorato nella squadra del Palermo?
Mi piacerebbe ritornare e lavorare nella mia città, sarebbe un onore e ne sarei fiero anche perché mi sentirei molto responsabile e potrei mettere a disposizione la mia esperienza “ a casa mia”. Chissà…
Dora Di Cara
Doha is the capital city and most populous city of the State of Qatar. Doha has a population of 956,460. The city is located on the coast of the Persian Gulf in the east of the country. It is Qatar’s fastest growing city, with over 40% of the nation’s population living in Doha, and it is also the economic center of the country. the
Doha was founded in the 1820s as an offshoot of Al Bidda. It was officially declared as the country’s capital in 1971, when Qatar gained independence.[3] As the commercial capital of Qatar and one of the emergent financial centers in the Middle East, Doha is considered a world city by the Globalization and World Cities Research Network. Doha accommodates Education City, an area devoted to research and education.
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