Intervista all’Ambasciatore della Costa D’Avorio Janine Tagliante Saracino.
Nata ad Abidjan, sposata, due figli, medico, ordinario di medicina, con un nutrito curriculum e numerose pubblicazioni scientifiche, specialista di malattie esotiche e tropicali, Janine Tagliante Saracino è stata ministro della sanità nel suo Paese, prima di venire nominata ambasciatore per l’Italia, la Croazia, la Grecia e la Bulgaria. E’, tra l’altro, rappresentante permanente della Costa D’Avorio alla FAO.
Che cosa caratterizza, secondo Lei, la città di Palermo?
Indubbiamente si coglie la particolare capacità che ha di accogliere. Potremmo dire che è’ una città che riassume il concetto di incontro tra i popoli. La capacità di dialogare, di creare un ponte con altre culture.
In quali aspetti constata maggiormente questa caratteristica di Palermo?
Sono venuta diverse volte a Palermo. E andando in giro per la città posso dire che trovo che questa vocazione multiculturale di Palermo si esprime nella struttura della città. Le strade, i monumenti, l’urbanistica, rivelano come Palermo sia crogiolo di culture che coabitano e si fondono. Mi piace il modo di accogliere i turisti, gli ospiti, i visitatori. Ma questa capacità la colgo ogni volta anche attraverso le esperienze gastronomiche, al plurale, con i molti piatti e le preparazioni che raccontano di tanti popoli e luoghi.
Quali aspetti trova siano comuni a Palermo e Grand-Bassam, e la Costa D’Avorio in generale?
La mentalità votata all’apertura al prossimo. Essere sul mare significa essere davanti a orizzonti infiniti, senza confini. Essere aperti all’altro.
In quali settori si realizzeranno gli scambi tra Palermo e Grand-Bassam?
Tra gli obiettivi vi è quello di favorire il dialogo e promuovere la causa della pace e dei diritti umani, promuovere l’amicizia e la cooperazione, scambiando esperienze in materie tecniche e amministrative, per la promozione sociale, e ambientale in materia di sanità pubblica, per la formazione di risorse umane. Realizzare progetti comuni per il turismo eco-sostenibile tra le due città.
Ma anche favorire la diffusione e la conoscenza dei prodotti e delle lavorazioni tipiche delle due aree, la conoscenza degli usi e costumi delle rispettive culture, valorizzare le relazioni culturali, economiche e sociali di entrambe le città, coinvolgendo sia gli enti pubblici, che le organizzazioni del terzo settore, e gli enti privati.
di Dora di Cara
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