E’ palermitano il presidente della Repubblica
Sergio Mattarella un grande italiano, un grande palermitano. Un uomo della cui reale caratura si è cominciato ad avere consapevolezza solo con la sua elezione a Capo dello Stato, e la cui portata è ancora tutta da dispiegarsi.
I palermitani ha vissuto con gioia l’elezione del loro concittadino. Tante le testimonianze e i ricordi che molti hanno voluto rendere. Scoprendo così che Mattarella ancorché politico di rilevanza nazionale, è stato più volte ministro, ancorché impegnato a Roma per la sua carica di giudice della Corte Costituzionale, rimaneva un uomo presente nella sua città natale. Con la vita di tutti giorni, dal suo barbiere al mondo accademico agli amici della politica buona al mondo della cultura. Anche chi scrive ha così riportato alla mente momenti che adesso diventato ricordi preziosi. Come quella volta, tra le altre, in cui, in occasione della Messa solenne in Cattedrale per la nomina del Arcivescovo di Palermo, Cardinale Salvatore De Giorgi, nell’aprile del 1996, data la durata, almeno tre ore, richiesta dall’evento, il Presidente Mattarella offrì il proprio posto a sedere alla scrivente, che per la cronaca, ringraziò e, spiegando che da lì a poco sarebbe corsa via per scrivere l’articolo, lasciò che l’allora capogruppo dei deputati del Partito popolare Mattarella evitasse di assistere in piedi alla Messa solenne. O di quella volta, quando, nel 1990, in occasione dell’inaugurazione di una mostra antologica della Einaudi a Palazzo Steri, inaugurata dallo stesso Giulio Einaudi, Mattarella ascoltò pazientemente le dettagliate spiegazioni che Einaudi gli faceva, libro per libro. Dopo un bel po’, la cosa stava terminando, si era agli ultimi volumi, Mattarella formulò una domanda, che doveva essere davvero intrigante allo stesso Einaudi. Quest’ultimo dovette apprezzare moltissimo la domanda ricominciò daccapo con l’illustrare i vari volumi a Sergio Mattarella, il quale rimase impassibile ad ascoltare una nuova tornata di racconti e spiegazioni dell’editore. Noi giornalisti presenti pensammo che il politico e giurista Sergio Mattarella non stava assoggettandosi come atto di cortesia verso l’ospite: l’uomo doveva essere davvero interessato alle vicende della storica casa editrice. Un uomo da cui l’Italia può imparare davvero tanto di grande e semplice nello stesso tempo: il rispetto degli altri, i veri e profondi valori umani e, non meno importante del resto, un’educazione vera, che parte dal modo di pensare.
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