Intitolato al musicista Andrea Butera un largo in via Roma

Si è svolta  la  cerimonia di intitolazione del largo che si affaccia su via Roma, tra via Divisi e il civico 59,  ad Andrea Butera, musicista ed operista palermitano. l’intitolazione è avvunuta proprio in coincidenza della nascita del musicista avvenuta il 16 gennaio del 1822. Butera morì a soli 40 anni, in povertà, l’11 novembre 1862. Svolse la sua attività prevalentemente tra Palermo e Napoli.Alla cerimonia erano presenti, tra gli altri, il Sindaco Leoluca Orlando, il  Consigliere, nonchè musicista,  Pia Tramontana,  il responsabile dell’Ufficio Toponomastica del Comune di Palermo, Michelangelo Salamone e Salvatore Butera, bisnipote di Andrea Butera. 

“Ricordiamo oggi, proprio dove nacque, un grande musicista.  Andrea Butera fu autore di alcune opere liriche che servono ancora una volta a ricordare che nel cuore del centro storico, dove affondano le radici della nostra città, v’è stata una nutrita presenza di sensibilità artistiche e musicali. Quasi un collegamento ideale tra lui, nato nel centro storico di Palermo ed il Teatro Massimo che non poté mai vedere perché, com’è noto, sorse successivamente”

 

“Butera fu un compositore molto interessante in un periodo in cui a Palermo, intorno al 1850, c’era una fioritura molto vivace di musicisti  – ha detto Pia Tramontana, biografa del musicista e studiosa, che diede la sua tesi di Laurea, uno studio biografico svolto tra Milano, Napoli e Palermo, su “Andrea Butera operista palermitano dell’Ottocento”, relatore il compianto prof. Antonino Titone -. Butera vinse un concorso per giovani compositori con il lavoro “Atala”, riscuotendo molto successo al Teatro Cannobiana di Milano ed al Carolino di Palermo, oggi Teatro Bellini. Venne contattato da Ricordi, che gli commissionò una nuova opera. Interessantissime le sue trascrizioni per canto e pianoforte delle arie e dei duetti  che venivano eseguiti con successo nei salotti della borghesia palermitana e non solo”.

                                                                            ANDREA BUTERA (Palermo, 1822-1862)

 

Il maestro Andrea Butera nasce a Palermo il 16 gennaio 1822 nella casa paterna al numero 7 di Via Toledo e  battezzato dal parroco della Chiesa di San Nicolò alla Kalsa.  Il padre Salvatore svolgeva l’attività di patrocinatore, la madre Rosa Carbone aveva 24 anni.

A dieci anni, Andrea, viene orientato dal padre verso gli studi musicali e  iscritto al Conservatorio  del Buon Pastore.

Nel 1836 si trasferisce a Napoli (dove vive un cugino del padre Filippo Somma) per studiare composizione. Frequenta il Conservatorio di San Pietro a Maiella e va a vivere nel distretto della parrocchia di Sant’Anna di Palazzo.

Vi rimane per un decennio, fondamentale per il suo futuro professionale e affettivo. Infatti Andrea Butera si avvia al debutto che avviene nel 1848 con l’opera lirica “Angelica Veniero” su libretto di Giuseppe Sesto Giannini, rappresentata al Teatro del Fondo a Napoli.

Nel 1850 sposa la cugina in secondo grado Giovanna Somma. Nel giugno dello stesso anno partecipa e vince con l’opera lirica “Atala”, su libretto di Giuseppe Sapio, il concorso indetto dal Real Teatro Carolino di Palermo. Debutta nella sua città natale nell’aprile 1851 ottenendo uno strepitoso successo che replicherà al Teatro della Cannobiana di Milano nell’autunno dello stesso anno, ottenendo fama e notorietà immediate. La stessa opera viene ripresa e replicata numerose volte al Teatro di Bergamo nel 1852.

Nello stesso anno l’editore Ricordi gli commissiona una nuova opera “Elena Castriota” su libretto di Emanuele Bidera ma non risultano notizie di avvenuta esecuzione.  Nel 1853 il Teatro Carolino scrittura il compositore per un nuovo lavoro e il maestro Butera debutta nel febbraio 1854 con l’opera  ”La Saracena” ottenendo un buon successo. La stessa opera viene replicata in autunno a Milano al teatro della Cannobiana. L’ opera ” Atala” continuerà ad essere replicata a Palermo al teatro San Ferdinando e a Trapani fino al 1856.

L’anno successivo il maestro Butera partecipa al concorso del conservatorio del Buon Pastore di Palermo per il posto di maestro di contrappunto e di direttore che si conclude senza esito positivo per tutti i partecipanti. Lo stesso accade nel concorso successivo tenutosi nel 1859.

Andrea Butera muore appena quarantenne l’11 novembre del 1862. Non vi sono documenti che attestino le cause della morte.

Pia Tramontana

 

Il teatro Bellini all’epoca teatro Carolino

Atala

Livello bibliografico Monografia
Tipo documento Testo a stampa
Autore principale Sapio, Giuseppe
Titolo Atala : tragedia lirica : da rappresentarsi nel Teatro Carolino per undicesima opera dell’anno teatrale 1850-51 / [poesia di Giuseppe Sapio ; musica del maestro Andrea Butera]
Pubblicazione Palermo : Francesco Ruffino, 1851
Descrizione fisica 32 p. ; 14 cm
Note generali
· Tragedia in 3 parti
· A p. 2: librettista, compositore, personaggi e interpreti
· Alle p. 3-4: orchestrali e altre responsabilità.
Rappresentazione/registrazione [anno:] 1850 [periodo:] non rilevato [città:] Palermo [sede:] Teatro Carolino
Personaggi e interpreti
Atala Scotta, Emilia <nd-1851p>
Simaghan Cresci, Francesco <cantante>
Chactas *Landi, *Giovanni
Solitario spagnuolo Selva, Antonio <1820?-1889>
Mico Rinaldi, Francesco <cantante>
Tarmo
Nomi
· [Librettista] Sapio, Giuseppe
· [Altro] Cane, Settimo
· [Artista (Pittore, ecc.)] Conti, Pasquale
· [Direttore d’orchestra] De Carlo, Leonardo
· [Scenografo] Lajosa, Emmanuela
· [Direttore d’orchestra] Lo Casto, Agostino
· [Artista (Pittore, ecc.)] Pellegrini, Ignazio
· [Scenografo] Riolo, Gaetano
· [Personale di produzione] Di Lorenzo, Francesco <costumista>
· [Artista (Pittore, ecc.)] Corelli, Gaetano
· [Artista (Pittore, ecc.)] Pipi, Antonino <tecnico>
· [Artista (Pittore, ecc.)] Lauria, Arcangelo <architetto>
· [Direttore d’orchestra] Scaglione, Antonino <musicista>
· [Autore] Sapio, Giuseppe
· [Compositore] Butera, Andrea
· [Interprete] Landi, Giovanni
Luogo normalizzato Palermo
Lingua di pubblicazione ITALIANO
Paese di pubblicazione ITALIA
Codice identificativo IT\ICCU\MUS\0004764

Dove si trova

PA0064 PALBP Biblioteca centrale della Regione siciliana Alberto Bombace – Palermo – PA
VE0239 VEAFC Biblioteca della Fondazione Giorgio Cini – Venezia – VE – [consistenza] ROL.0764.08, segn. ant.: DOPPI (2. copia) – [fondo/collocazione] ROLANDI ROL.0185.02 – [collocazione precedente] BUT-BY



Andrea Butera: operista palermitano dell’Ottocento

Note e Bibliografia

di Pia Tramontana

1) Oggi Corso Vittorio Emanuele, nel tratto compreso tra Porta Felice e piazza Marina, detto Cassaro morto perché privo di botteghe.
2) La chiesa sorgeva nel sito dell’attuale piazza Cavallo Marino. Demolita in seguito ai danni provocati dal terremoto del 1823: cfr. ROSARIO LA DUCA, La città perduta. Cronache palermitane di ieri e di oggi, Palermo 1975.
3) Lettera 21 dicembre 1825: da Gaetano Donizetti a Simone Mayr, a Bergamo: «Io credo fermissimamente che di qua andremo via col capo rotto; vale a dire con qualche mesata in meno, la cosa per me la faccio certa».: cfr. OTTAVIO TIBY, Gaetano Donizetti a Palermo,
Roma 1951.
4) Una gustosa descrizione del soggiorno di Vincenzo Bellini a Palermo è in OTTAVIO TIBY, Il Real Teatro Carolino e l’Ottocento musicale palermitano, Palermo 1957.
5) In questo Istituto tutto era a soqquadro, pessima e fraudolenta l’amministrazione, scadente l’insegnamento che impartiva agli allievi, scarso il vitto dei convittori, pessimi i sistemi di correzione. Il Barone Pisani risanò le danneggiate finanze dell’istituto e ne migliorò le condizioni di vita, riordinò l’amministrazione, incrementò l’insegnamento musicale, sicchè in poco tempo il Conservatorio
potè riacquistare rinomanza e prestigio: cfr. Anna GALICI CANDILORO, Lascito Pisani, catalogo del fondo musicale, Palermo, 1972
6) Francesco Ruggi nacque a Napoli il 21 ottobre 1767, allievo prediletto del Fenaroli. Nel 1825, alla morte del maestro Giacomo Tritto, venne nominato maestro di contrappunto al Real Collegio di Musica dividendo con il maestro Raimondi «l’ufficio d’insegnante e il soldo»: cfr. Francesco FLORIMO, La scuola musicale di Napoli e i suoi conservatori, Bologna 1969
7) La richiesta di «apostolica dispensa», tratta dai documenti del matrimonio conservati nell’Archivio Storico Diocesano di Napoli, chiarisce il grado di parentela: Don Giovanni del Frago aveva due figli: Teresa che sposò Andrea Butera, ed Emmanuela che sposò Giovanni Somma. Entrambe le sorelle ebbero due figli maschi, quindi cugini di primo grado: Salvatore Butera e Filippo Somma, rispettivamente genitori di Andrea e Giovanna.
8) Primo racconto di tutta una poetica romantica dove la passione sarà descritta come un sacrificio e la morte come fatale nesso del desiderio. Non aveva ispirato alcun compositore fino al 1851. Quella stessa primavera di metà Ottocento il compositore Giovanni Sebastiani scrive l’omonimo dramma lirico rappresentato sulle scene del Teatro del Corso di Bologna, contemporaneamente
alla rappresentazione data al Teatro Carolino dell’opera di Butera. Tuttavia il prof. Fulvio Stefano Lo Presti ci ricorda puntualmente che anche Giovanni Pacini appena ventiduenne mette in musica l’Atala su libretto di Antonio Peracchi, andata in scena al Teatro Nuovo di Padova nel 1818.
9) Elena Castriota, discendente diretta di Giorgio Castriota Scanderberg, condottiero albanese che nel 1462 giunse in difesa degli Aragonesi invadendo i territori del principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini, che lo aveva insultato.
10) Giovanni Emanuele Bidera (1784-1858) nacque a Palazzo Adriano, provincia di Palermo. Librettista del Teatro S. Carlo di Napoli. Famosi i due libretti messi in musica da Gaetano Donizetti.

 

Andrea Butera aveva ventinove anni, e il ritratto ci consegna l’immagine di un giovane uomo. Il fine disegno si distingue per “una naturalezza espressiva e un dosato colorismo” che rimanda agli anni più maturi di Giuseppe Patania, considerato assieme a Salvatore
Lo Forte il più grande ritrattista palermitano del tempo (I. BRUNO in Giuseppe Patania Pittore dell’Ottocento, Caltanissetta-Roma 1993). Si consideri, ad esempio, per analoga finezza di fattura e penetrazione psicologica, nonostante la differenza d’età tra i due soggetti, il Ritratto di Filippo Patania , fratello del pittore, proprio del1851. L’assenza di firma è una trascuratezza non
del tutto insolita in Patania, come si evince da numerosi dipinti tra i quali il Ritratto di Giorgio Matranga(Palermo Museo Diocesano),
attribuitogli con certezza per la sopravvivenza di documenti probanti. Sarebbe stato naturale del resto che Butera, giunto al successo, venisse effigiato dal ritrattista prediletto dall’aristocrazia e dalla ricca borghesia cittadina. Lascia perplessi il particolare, non trascurabile, che il musicista non fu mai ricco, e il pittore doveva farsi ben pagare. Ma neppure il vecchio prete del Ritratto di Sacerdote (Palermo, Civica Galleria d’Arte Modena) – considerato il capolavoro di Patania (M. ACCASCINA, Ottocento siciliano-Pittura,Palermo 1982, e I. MATTARELLA, Pittori sicilianidell’Ottocento, Palermo 1982) – doveva essere danaroso. Forse era stato offerto da parrocchiani devoti. Similmente si potrebbe ipotizzare nel caso di Butera, come un segno di riconoscimento da
parte di fervidi ammiratori. Peraltro, il successo di Atala ispirò anche Odi che dal loggione del Teatro Carolino si “spargevano” in leggeri foglietti sugli spettatori entusiasti. Nato a Palermo il 18 gennaio del 1780, allievo di Giuseppe Velasco e di Vincenzo Riolo, Patania lavorò fino a tre ore prima della morte, avvenuta il 23 febbraio 1852. I conti, almeno cronologicamente, potrebbero
dunque tornare.

 

AGORÀ n. 36/2011

La riscoperta di Butera idolo del teatro Carolino

«ODI Bellin progenie,/ Sospir di tutti noi,/ Non t’ arrestar, che un lauro/ Cinger ancor tu puoi…». Il compositore palermitano Andrea Butera venne acclamato così da un anonimo ammiratore del loggione, dopo che l’ ultima recita dell’ Atala (tratta da Chateaubriand), di scena al Teatro Carolino nel 1851, aveva commosso l’ intero pubblico. dividuare i luoghi della nostra città nei quali il compositore visse. Soprano lirico di coloratura e corista del Teatro Massimo, Pia Tramontana si avvicina per caso all’ opera del Butera attingendo al ricco patrimonio della biblioteca del Conservatorio ” Bellini” (lavoro che di per sé è già esempio di una meritoria valorizzazione del patrimonio musicale nostrano), che conserva un autografo del compositore siciliano. Bisnonno di Salvatore Butera, presidente di Salvare Palermo e custode di un ritratto di finissima fattura attribuito con molti dubbi a Giuseppe Patania, il giovane Andrea si forma alla scuola napoletana e studia composizione con Francesco Ruggi che tra i suoi allievi annoverava anche Vincenzo Bellini. «Sparsa di delicati pensieri e di canti soavissimi», scriveva nel 1851 il periodico “La Lira” della musica del Butera e trovandolo persino «destinato a infondere nelle vene esauste del vecchio teatro novelle aure di vita». Una previsione ambiziosa dal momento che, pur nel successo considerevole, Butera non aggiunse elementi di originalità agli stilemi compositivi già in uso. «Alcuni passaggi – dice Pia Tramontana – sono in effetti esempio di una scrittura di non particolare ricerca. Ci sono tuttavia dei rari esempi di belcanto che rilevano la grinta del soprano un po’ spinto». Non a caso il Butera ricevette un sentito attestato di stima da Pietro Raimondi, allora direttore del Carolino e docente di contrappunto al Conservatorio palermitano. «Una copia spontanea di grate melodie», scrive Raimondi in una lettera pubblicata dalla stampa. Nella stessa lettera Raimondi si fa promotore di una pubblicazione da parte di Giovanni Ricordi, «caldo com’ è promotore dell’ arte», che in effetti più tardi avrebbe commissionato a Butera l’ Elena Castriota sulla tragedia in tre atti di Giovanni Emanuele Bidera (già librettista di Donizetti) di cui non c’ è tuttavia traccia di rappresentazione nella stampa del tempo. Si crea molta attesa intorno al debutto dell’ Atala (un clima che è oggi un miraggio per le prime Il breve percorso artistico (1846-1854) di Butera, che morì giovanissimo e poco compose, trovò tuttavia ampi consensi sia tra il pubblico che nella critica. Eppure non fu mai ricco, attraversò dei periodi di disagio economico, subendo un ingiustificato oblio. Getta luce sulla sua vita e sulla produzione operistica la tesi di laurea di Pia Tramontana dal titolo “Andrea Butera, operista palermitano dell’ Ottocento”, curata dal professore Antonino Titone e dedicata al recentemente scomparso Rosario La Duca, che contribuì ad in assolute) e la stampa dà ampio spazio nel raccontare il procedere delle prove. Le voci eccezionali «pei cui mezzi è stata appositamente scritta» (com’ era sovente prassi) sono quelle del soprano Emilia Scotta, del tenore Giovanni Landi e del baritono Francesco Cresci. Lo stesso Bidera scrive su “Il Giornale dell’ Armonia” una recensione di quella prima rappresentazione in cui si legge che per il terzetto finale «venne in soccorso l’ anima di Bellini» e che «gli stessi cantanti cantavano e piangeano». Il consenso del pubblico (ben centoundici le recite al Carolino) si misurava anche attraverso il prolificare delle pubblicazioni di duetti e terzetti nella riduzione per canto e pianoforte che risuonavano nei saloni aristocratici e borghesi. Un intervento del Raimondi, che mantenne le promesse fatte al Butera, gli apre le porte del milanese Teatro alla Cannobbiana, dove Atala viene rappresentata dodici volte alternandosi con la Linda di Chamouny di Donizetti. A testimonianza del pregiato lirismo di Butera, un’ aria inserita a partire dalla seconda recita viene addirittura scambiata per una pagina del grande bergamasco. Successivamente il Carolino commissionerà a Butera La Saracena che andrà in scena per il carnevale 1854, altro brillante successo, almeno a Palermo: «Maestro ed artisti – scrive “La Lira” – ad ogni pezzo applauditi, ad ogni pezzo festeggiati». Dopo la morte del padre, con una famiglia e due sorelle nubili a carico, Butera si trova costretto a scrivere una supplica al Luogotenente Generale di Sua Maestà in Sicilia nella speranza di ottenere una pensione Morirà prematuramente cinque anni dopo per motivi ignoti. La riscoperta dell’ autore apre nuovi orizzonti musicologici per una più ampia ricerca sulla sua intera produzione nonché un progetto di regia sull’ Atala che l’ autrice si impegna a scrivere. L’ Atala potrebbe dunque essere presto riproposta ed entrare in repertorio.

ALESSANDRA SCIORTINO

da “La Repubblica” del 10 marzo 2009


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