Intervista al console generale per il Sud Italia S.E. Barrosse

Colombia A. Barrosse

S.E. il console generale degli Stati Uniti per il Sud Italia Colombia A. Barrosse

(foto Studio Camera Palermo)

 

Intervistiamo S. E. Colombia A. Barrosse, Console Generale degli Stati Uniti d’America per il Sud Italia, a Palermo per partecipare al convegno organizzato dall’Ismett sulle “sfide e opportunità per la cura e la ricerca delle insufficienze terminali d’organo”. Nata a New Orleans in Louisiana, cresciuta tra Colombia, Uruguay, e Panama dove suo padre lavorava per l’United States Agency for International Development, è laureata in biologia e in giurispridenza presso il College of William & Mary. È sposata ed ha due figli. Già assistente di Madeleine Albright, la Signora Barrosse parla fluentemente francese e spagnolo, oltre all’italiano.  Ed è in italiano, un italiano perfetto, che accetta di fare la nostra intervista.

 

Eccellenza, durante la sua carriera diplomatica Lei ha ricoperto incarichi a Santo Domingo, Madrid, Buenos Aires, Lima, Parigi,  Haiti. Si tratta di Paesi che hanno molti tratti in comune specialmente lo “spirito latino”. Che cosa, secondo Lei, caratterizza e distingue la realtà socio politica del Mezzogiorno d’Italia e della Sicilia in particolare?

“Diciamo che c’è una storia millenaria che dà una prospettiva. Che fa luce sulle cose che succedono. C’è questa esperienza di sapere che migliaia e migliaia di persone sono venute qui a godere di eccellenti condizioni di vita. C’è quindi un’idea di costruzione e di variazione continua. Un tratto essenziale è la tradizione unita alla consapevolezza della propria identità.”

Qual è il contributo che la comunità del Mezzogiorno ha dato all’America?

“Negli Stati Uniti si contano circa venti milioni di italo-americani. Persone che si continuano a considerare italo-americani. Il tratto più evidente, che balza subito all’attenzione, è la presenza nel campo della ristorazione. Ma, guardando meglio, si scopre che il contributo della comunità italo-americana è enorme. Scienziati, politici, artisti, e spesso in posizioni preminenti. La cultura italo-americana ha anche trasmesso alla società americana l’idea di famiglia. Un’idea di famiglia che ha contribuito alla creazione del Paese.”

 

Che suggerimento si sentirebbe di dare al Sud Italia?

“Essendo io stessa del Sud (essendo nata nel “Profondo Sud degli States”, n.d.r.) direi di non paragonarsi sempre con il Nord. Siamo diversi. Ognuno ha delle cose eccezionali e delle cose non buone. Il Mezzogiorno d’Italia è una regione magnifica con tante eccellenze. Allora dico che bisogna semplicemente essere orgogliosi delle eccellenze e continuare a lavorare per risolvere quello che non va. Non mi riferisco all’orgoglio basato sul nulla, ma a quell’orgoglio fondato su motivi di vanto vero. Un esempio è il motivo per cui oggi siamo all’Ismett, una delle eccellenze del Sud”.

Quali sono i segnali che coglie?

La capacità di accoglienza e di rispetto della diversità. I turisti americani che vengono qui restano colpiti da come si sentono accolti. È una grande ricchezza. L’importanza dell’integrazione. L’importanza della diversità. La forza della diversità. Rimanendo sempre consapevoli della propria identità. Anche gli Stati Uniti sono un Paese di migranti, ma con una storia molto più breve. L’idea di avere paura del diverso esiste in tutto il mondo, e anche in America abbiamo avuto momenti in cui questa paura si è espressa, ma abbiamo imparato la lezione che dobbiamo vedere nell’altro esseri umani che provengono da altre culture. Vederci con gli occhi degli altri. E ricordarsi che generalizzare non è mai una buona cosa.”

 

Lo scorso gennaio quattrocento ragazzi delle scuole campane sono stati impegnati nella simulazione di attività diplomatiche, con la riproduzione di sedute dell’Assemblea Generale dell’ONU.

“Si tratta del Un Model United Nations, un’iniziativa alla quale io stessa ho partecipato quando ero al liceo. Gli studenti indossano i panni di ambasciatori degli Stati membri per dibattere i temi realmente all’ordine del giorno nell’agenda mondiale, e così imparano a muoversi nel rispetto delle regole di procedura della conferenza. In altre parole, mettono in moto le risorse della cooperazione internazionale per risolvere i problemi mondiali. Hanno anche l’opportunità di vedere come fare a prendere decisioni. È facile dire cosa fare quando non si conoscono i problemi. In questo modo i ragazzi  imparano la complessità delle situazioni, , a negoziare, a capire la prospettiva dell’altro per arrivare a una soluzione condivisibile. Imparano anche a vedere l’Italia con una prospettiva diversa – quella di un Paese democratico con un ruolo importante nell’alleanza con altri Paesi che cercano la pace nel mondo. Chi vuole partecipare può andare sul sito web:http://www.unitednetwork.it/Home.aspx?pag=3ddf3f2a

 

Come vede il futuro dell’Europa e quale il ruolo dell’Italia?

“Il ruolo dell’Italia è importante nel tentare di arrivare alla pace e nel portare stabilità e sviluppo all’economia di quei Paesi dai quali in tanti vanno via. L’Italia fa parte delle nazioni democratiche  e i Paesi democratici devono continuare a essere uniti e operare per dare a tutti possibilità di pace e di prosperità. Rispettando la rule of law (sistema di regole che disciplinano l’esercizio del potere pubblico ). Il caso dell’Ucraina e delle sanzioni economiche è emblematico. L’accordo di Minsk deve essere rispettato. Il popolo ucraino ha diritto all’autodeterminazione. Ma il messaggio che deve arrivare deve essere chiaro e univoco, e in questo l’Europa deve essere unita. Se ci dividiamo non arriveremo all’obiettivo. L’Europa deve rimanere unita, perché l’unione fa la forza.”

di Dora di Cara

Dora Di Cara Colombia A. Barrose

Un momento dell’intervista alla console Barrosse



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